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ANTROPOMORFISMO IN PITTURA 
 
L'antropomorfismo, ossia il riferire caratteristiche umane ad animali, piante e a qualsiasi altro essere che non sia umano, seppure amatissimo dal cinema di animazione in eracontemporanea, è un modo di vedere le cose antichissimo.  
Primi fra tutti furono gli antichi greci a preferire nello spiegare l'inspiegabile una maniera legata all'antropomorfismo, del resto ai loro tempi si conosceva ben poco del mondo e trasmettere alle divinità tutto quanto sapevano di se stessi, venne loro spontaneo; gli dei greci apparirono così quasi come dei semplici uomini, solo più belli e forti.  
Per quanto riguarda l'umanizzare gli animali il primo fu sempre un greco vissuto nel VI secolo a.C., il grande Esopo, il quale li fece parlare nelle sue “Favole” per poter meglio lanciare messaggi morali; da parte dei pittori invece, le prime immagini su tele appaiono nel Seicento. Due pittori fiamminghi della stessa età, entrambi provenienti da famose famiglie di artisti, usarono questo sistema spinti per prima cosa dal loro eccellere nel dipingere animali e poi da un forte amore per la satira, si tratta di: David Teniers il giovane (1610-1690), (vedi articolo: "Singeries") e Cornelis Saftleven (1607-1681); quest'ultimo creò figure antropomorfizzate per nascondervi spesso significati allegorici e sbeffeggiare così quanto gli sembrava esageratamente pomposo nella sua società. Chi dei due artisti trasse ispirazione dall'altro non lo sapremo mai, ma che a loro guardarono le generazioni successive è certo.  
(FAGR 7-3-15) 
 
 
 
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