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PITTURA OMNIA rivista della FAGR
COME INTERPRETARE LE ALLEGORIE CON LA "GUIDA PER INTERPRETARE I QUADRI" 1 
 
In questo articolo utilizzando il “Guida per interpretare i quadri-Il manuale indispensabile dello storico d'arte”, analizzeremo con voi un’allegoria pittorica dipinta da Giovanni Bellini nel 1490 ca. Essa fu intitolata erroneamente “Perseveranza” o “Lussuria”. In passato la Perseveranza veniva raffigurata dai pittori con un fanciullo nudo sollevato da terra e collegato ad un ramo di palma, mentre la Lussuria era rappresentata da Satiri, caproni, brocche di vino e figure femminili in totale nudità, ma in quest’opera del Bellini (come potete vedere nell’immagine in basso), non vi è nulla del genere.  
Se si vuole utilizzare al meglio la “Guida per interpretare i quadri”, è importante stabilire da subito tutti i simboli presenti all’interno di un dipinto e in questo caso abbiamo:  
-Fanciulli ignudi  
-Figura mitologica che grazie alla voce “Miti greci” è facilmente riconoscibile in Bacco.  
-Piatto con pere  
-Guerriero avente una lancia e uno scudo  
-Il carro (color oro)  
Iniziamo ad analizzare la presenza dei fanciulli nel dipinto. Nella parte quarta del manuale intitolata: “Indice degli attributi di identificazione”, scopriamo alla voce FANCIULLO che queste figure potevano avere più significati, ma ai tempi del Bellini (prima dell’elaborazione dei simboli di Cesare Ripa), furono visti principalmente come Amore di virtù, quindi anche il soggetto del dipinto può rappresentare una virtù. Cerchiamo ora insieme delle conferme. I fanciulli stanno tirando un carro e alla voce CARRO sulla guida risulta che fin dall'antichità, il conduttore di un carro simboleggiava una Vita tranquilla guidata dalla ragione. Abbiamo così la prima conferma della simbologia dei fanciulli come rappresentanti di virtù, i quali in questo caso, sono identificati nella “ragione” o “saggezza”. Abbiamo però un altro punto da considerare, ovvero il colore giallo/oro del carro. Alla voce COLORI nel manuale troviamo il significato simbolico attribuito al color oro, il quale si abbina sempre alla “saggezza”, dandoci così un'altra conferma che i putti furono dipinti per rappresentare la virtù della saggezza.  
Studiamo ora il guerriero con una lancia e uno scudo.  
Nella parte quarta del manuale alle voci LANCIA e SCUDO scopriamo che essi possedevano per il loro compito di difesa personale, un valore positivo anche se indossate da figure negative. Nel cristianesimo le armi furono viste anche come simboli della lotta tra il bene e il male e il Bellini non bisogna dimenticare che fu un grande interprete della devozione religiosa quattrocentesca.  
La lancia è stata dipinta dal grande pittore veneto con la punta verso il basso per valorizzare la virtù della saggezza che vuole sempre la pace e far riporre le armi agli uomini.  
A questo punto non rimane che studiare la figura sul carro. Alla voce MITI GRECI risulta evidente che si tratta di Bacco (Dionisio in greco), anche se al contrario del solito, il dio non ha nessun riferimento alla lussuria e all’ebbrezza, tuttavia egli rappresentava principalmente la gioia di vivere che una persona religiosa come il Bellini, poteva trovare solo nella ricerca della saggezza (la nudità del dio simboleggia invece la purezza delle virtù). In mano questa divinità greca, tiene un piatto dove ci sono in bella vista delle pere, le quali come possiamo leggere sulla “Guida per interpretare i quadri”, sono un simbolo di benessere e della dolcezza di Gesù Bambino e della Vergine Maria. Benessere e vita dolce venivano e vengono ancora oggi considerati frutti della saggezza.  
Ecco dunque dimostrato che ogni particolare dell’opera si ricollega al simbolismo dedicato alla virtù della ragione intesa come saggezza, dove il trionfo dei potenti (sempre indicato nel simbolismo del carro) non sta nell’armare il proprio esercito, ma nella conquista del benessere. Il titolo esatto di questo quadro quattrocentesco non può essere allora altro che: ”Il trionfo della ragione”.  
La “Guida per interpretare i quadri” — “Manuale indispensabile dello storico d’arte”, per il suo contenere ogni elemento che può essere presente in un dipinto antico, vi permetterà di valutare nell’esatto modo qualsiasi genere di quadro proveniente dal medioevo in poi; all'interno troverete inoltre anche tutti i consigli necessari per non incorrere in errori nelle interpretazioni delle opere pittoriche, in cui invece cadevano spesso in passato i bibliotecari che catalogavano i capolavori come appunto “Il trionfo della ragione” del Bellini, rimasto senza titolo scritto.  
 
(FAGR 8-11-14) 
 
 
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