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BRUEGEL 
 
Di questo artista non esistono notizie certe né  sulla data né sul luogo di nascita. La prima data certa che riguarda la biografia di Bruegel è il 1551, in quanto risulta iscritto con il nome di “Peeter Brueghels” nei registri della Gilda di San Luca ad Anversa. L’età minima per l’iscrizione era di 25 anni e se ne può dedurre che la data di nascita del pittore debba situarsi intorno al 1525. 
Ludovico Guicciardini, riporta il luogo di nascita del maestro nella sua Descrittione di tutti i Paesi Bassi, edita ad Anversa nel 1567, quando il pittore era ancora in vita, definendolo “di Breda”. La notizia è poi ripresa da Van Mander, l’unico biografo antico di Bruegel. E’ probabile che l’origine del nome vada riferita al padre, oriundo di Brueghel, il quale si trasferì a Breda.   
Karel Van Mander nella sua biografia del pittore, ci informa che studiò a Bruxelles presso Pietre I Coecke Van Aelst (1502-1550), un artista ricco e colto, che conosceva a fondo l’Italia e fu apprezzato da Vasari; nel 1563 Bruegel ne sposerà la figlia, Mayken Coecke, la cui madre era Maria Verhulst Bessemers (seconda moglie di Pietre Coecke), citata da Guicciardini come una delle quattro pittrici più famose dei Paesi Bassi. 
I giudizi di Van Mander nella sua raccolta di biografie di artisti italiani e nordici, pubblicata nel 1604, hanno contribuito alla diffusione dell’immagine distorta di Bruegel come pittore burlesco e quasi scurrile. Le affermazioni del biografo, peraltro preziose, data la scarsità di documenti relativi alla vita di questo artista, vanno inquadrate in un contesto in cui tutta la pittura fiamminga è sottovalutata e generalmente considerata più rozza di quella italiana. 
Nel 1552-53 Bruegel compie un viaggio in Italia ma non s’interesserà particolarmente né dell’arte antica né del classicismo rinascimentale, entrerà invece in contatto con il grande miniaturista Giulio Clovio, protetto dal cardinale Grimani, collezionista di famosi codici miniati. A testimonianza di questa relazione restano alcune opere lasciate dal maestro all’amico, menzionate nell’inventario dei beni di Clovio alla sua morte: una Veduta di Lione a guazzo, purtroppo andata perduta, e due miniature, una della Torre di Babele, l’altra eseguita in collaborazione con Clovio, che raffigura il Giudizio finale. In quest’ultima Bruegel avrebbe dipinto le Navi in tempesta nel fregio in basso. 
Le miniature tardo gotiche sono una componente importante nella cultura figurativa del pittore, probabilmente in quest’arte iniziato dalla suocera Maria Verhulst Bessemers, pittrice specializzata nella disciplina e all’epoca molto apprezzata, sebbene oggi non ne rimangano opere certe. 
Ma anche il paesaggio italiano è importante nell’arte di Bruegel, la Veduta di Reggio Calabria (1553, Rotterdam, Boymans Museum), disegnata tra le fiamme dell’incursione turca del 1552, resta l’unica testimonianza del viaggio dell’artista nell’Italia meridionale. Fino a Bruegel il paesaggio costituì una splendida cornice per le scene di religione o per le raffigurazioni allegoriche dei mesi, delle stagioni e dello zodiaco, ispirate alle miniature tardo-gotiche, e la nuova attenzione per il puro paesaggio fu la grande conquista di questo artista fiammingo. I suoi disegni alpini rappresentano qualcosa di più che una splendida testimonianza del suo passaggio sulle Alpi, essi sono il nucleo di immagini su cui si baserà la produzione artistica seguente. E’ con Bruegel che nasce la visione moderna del paesaggio montuoso. Nel Medioevo le montagne erano viste solo come ostacoli sul cammino, e la loro esistenza era spiegata con leggende sul peccato dell’uomo. Questo sentimento persisteva ancora nel Cinquecento, ma a poco a poco alla paura si sostituì l’interesse scientifico e l’ammirazione estetica. Le Alpi di Bruegel, al pari di quelle di Durer e Leonardo, sono rappresentazioni autentiche del paesaggio naturale, mentre prima di loro erano solo creazioni fantastiche. 
Per comprendere l’arte di Bruegel è cruciale anche la sua attività grafica. Presso la sua casa editrice “Aux Catre Vents”, il maestro pubblica complessivamente 64 stampe, ed è probabile che sia stato lo stampatore a determinare il suo interesse per i paesaggi. Di questo genere di disegno ve ne era gran richiesta, anche perché la stampa costa meno di un dipinto. Da qui le alte tirature e le numerose riedizioni delle opere di Bruegel, anche dopo la sua morte, favorendo così la fama dell’artista. 
L’umanista e critico d’arte Dominicus Lampsonius nel 1572 mette in luce il debito di Bruegel nei confronti dell’arte di Bosch in un componimento encomiastico inserito nella sua storia dell’arte fiamminga Pictorum aliquot celebrium in Germania inferioris effigies. E’ impensabile un rapporto di discepolato diretto fra Bruegel e Bosch, stando alle cronologie dei due artisti, Bosch muore nel 1516, Bruegel nasce intorno al 1525. Il legame è quindi puramente ideale, anche se sicuramente forte e profondo, essi hanno la stessa ispirazione fra il moralistico e il fantastico, sebbene l’allegoria metafisica di Bosch si trasforma in Bruegel in metafora satirica. A Bosch il pittore deve il suo legame con la figura umana, che non nasce in Italia ma si manifesta nelle prime incisioni per l’editore Coch. 
Tra i suoi capolavori vi è Danza di contadini (1568ca., Vienna, Kunsthistorisches Museum), l’opera può considerarsi la conclusione mirabile della serie delle danze rurali, che valse al pittore l’appellativo di “Bruegel dei contadini”. Il dipinto esprime nella forma più matura tutto l’amore dell’artista per l’umanità dei piccoli, che ritrae con grande cura in ogni dettaglio e realismo poetico. 
Una chiave spesso adottata per l’interpretazione di certi soggetti di Bruegel è il simbolismo alchemico. In questa luce è stata interpretata la Caduta di Icaro e l’Alchimista, in quest’ultimo il riferimento alla disciplina è esplicito e si ironizza contro i ciarlatani. L’atmosfera in questi dipinti risente dei quadri di Bosch, i cui legami con l’alchimia sono certi. 
Negli anni 1559-60, Bruegel dipinge un gruppo di quadri chiamati “Enciclopedici”: Giochi di fanciulli, Combattimento fra Carnevale e Quaresima e i Proverbi, dove vi è uno studio panoramico degli usi e costumi del popolo fiammingo. Tutto lo scenario umano è espresso in forma originale ed efficace, e il genere umano è osservato con distacco ed ironia.  
Bruegel muore il 9 settembre del 1569 nel fiore degli anni, secondo la testimonianza del geografo Ortelius, suo amico.