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IL SURREALISMO 
 
Il Surrealismo nacque a Parigi (il primo manifesto è del 1924) sulle ceneri del Dadaismo che con la fama, stava perdendo la sua forza dissacratrice. Ne furono teologi gli intellettuali Breton e Argon. Esso continuerà le forme provocatorie dei Dada, tornando però ad usare il pennello e a concepire ancora l’arte come arte, senza rifiutarne il concetto. I surrealisti dipinsero influenzati dal metodo freudiano e utilizzarono i procedimenti della psicanalisi. L’arte fu da loro vista come un metodo per far emergere i contenuti dell’inconscio e per liberare la fantasia dal controllo logico e dal senso comune. La qualità più importante dell’esperienza artistica surrealistica consistette nella forza visionaria dei suoi discepoli. Uno di questi fu Max Ernest (1891-1976) già appartenente al gruppo dei Dada a Colonia, egli esplorò gli aspetti meravigliosi, ma complessi del sogno come esigeva la teoria surrealista con grande profondità.  
René Magritte (1898- 1967) fu uno degli interpreti più originali degli orientamenti surrealisti interessandosi degli aspetti più misteriosi e enigmatici della nostra esistenza.  
Juan Mirò (1893-1983) fu maggiormente interessato al linguaggio pittorico ed ebbe il merito di aver creato un nuovo vocabolario di segni da tradurre come fossero geoglifici.  
L’aspetto principale della pittura di André Masson (1896-1987) fu il movimento dell’immagine che non conosce pausa.  
Il catalano Salvatore Dalì, usò invece i paesaggi della sua terra per mettere in scena fantasie oniriche con figure ambigue che potevano essere interpretate in vari modi dall’osservatore.