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PITTURA OMNIA rivista della FAGR
LEONARDO DA VINCI E L'ALLIEVO "DEMONIO" 
 
Quando la gente ti affibia un soprannome, si sa, ancora oggi è difficile farselo togliere, soprattutto se a dartelo è stato un personaggio illustre. Questo capitò al pittore Gian Giacomo Caprotti (1480-1524), allievo prediletto di Leonardo da Vinci, il quale da ragazzino fu senz'altro un poco biricchino, ma da grande divenne l'uomo di fiducia del suo maestro, tuttavia il soprannome che il genio toscano gli diede mentre era piccolo esasperato dal suo comportamento, Salai o Salaino, ossia “demonio”, non riuscì più a levarselo di dosso (ancora oggi viene chiamato così). Salai veniva da Oreno, un paese vicino a Milano e entrò nella bottega milanese di Leonardo da giovanissimo come si usava a quel tempo. Forse la lontananza da casa lo rese alquanto irrequieto perché il da Vinci scrisse su un suo quaderno che era: ladro, bugiardo, ostinato e ghiotto. Sembra che fosse sempre scalzo perché si vendeva le scarpe che il maestro gli comprava solo per andare a comprarsi delle ghiottonerie. Leonardo si arrabbiava spesso con lui perché anche se veniva scoperto in fallo, proclamava sempre la sua innocenza ostinatamente. Il suo soprannome testimonia quindi il rapporto difficile esistito all'inizio tra maestro e allievo, ma in seguito sicuramente le cose cambiarono. E' logico che quando il giovincello finì per diventare una delle persone più fidate che seguiva con devozione Leonardo in ogni suo viaggio, il maestro smise di chiamarlo “demonio” preferendo Gian Giacomo, però tutti gli altri, forse anche un po' per invidia nei suoi confronti, non smisero mai di chiamarlo  malamente. Comunque probabilmente il Caprotti un po' irrequieto lo rimase per tutta la vita e se si controllò per affetto verso il suo maestro, il fatto che morì giovane  per un colpo di  schioppo, fa pensare al suo rapporto con gli altri sempre pronti a deriderlo definendolo “demonio”, alquanto conflittuale. 
(FAGR 14-05-2023) 
 
Ritratto di Salai di Anonimo