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L'ALCHIMISTA DEL RINASCIMENTO: LA RICERCA DELLA PERFEZIONE 
 
L'Alchimia era principalmente basata sull'idea filosofica che la perfezione veniva raggiunta attraverso la fusione e la trasformazione degli elementi e già dalla fine del Quattrocento, anche molti artisti sentirono l'esigenza di diventare alchimisti per approfondire tale teoria con esperimenti nella continua ricerca di novità da portare nei loro dipinti. Naturalmente ciò che interessò di più fu il concetto di "bello" alchemico, consistente nella perfetta fusione tra gli elementi maschili e femminili in un'unica persona, definito "androgino", il quale rappresentava la completezza e un ritorno alle origini.  
Platone narra di un mondo antico fatto di figli del dio sole, della dea terra e della luna, possedenti corpi di un'unica sessualità. Questa completezza rese gli androgini così arroganti da voler raggiungere l'Olimpo e Zeus per punirli, separò ognuno di loro in due metà, un maschio e una femmina. Ci fu un solo caso in cui gli dèi riunirono in un'unica persona le due metà, e fu quando ebbero compassione per l'amore della ninfa Salmace che li supplicò affinchè la congiungessero per sempre con il dio di cui era follemente innamorata, il figlio di Ermes e Afrodite, il bellissimo Ermafrodito.  
Essendo Ermes considerato il padre fondatore dell'Alchimia, la storia di questo suo figlio fu considerata importante dagli studiosi alchemici e la "nostalgia dell'interezza" di cui gli umani sono stati sempre afflitti, divenne un pensiero costante e una ricerca assidua per molti artisti rinascimentali.  
Il più grande pittore tedesco Albrecht Durer nel 1493, si ritrasse con un fiore d'eringio in mano nonché con abiti e un'acconciatura tipicamenti femminili. Caravaggio circa 100 anni dopo, realizzò il "Suonatore di liuto" e "Il ragazzo con canestra di frutta", dove sviluppò questa visione di Durer del ragazzo androgino.  
Quando si tratta di studi filosofici, tecnici e sperimentali, è impossibile non parlare di Leonardo da Vinci; il grande genio infatti fu un profondo conoscitore e studioso di Alchimia, chiaramente visibile nella "Gioconda" e nel "Giovanni Battista". In queste due opere Leonardo fonde insieme elementi maschili e femminili nel più alto grado di perfezione, dove non si riscontra più il limite di ciò che è tipico maschile e ciò che è tipico femminile, ma sono talmente fusi insieme da lasciare solo un'impressione generale di ambiguità. Uno dei suoi allievi, Gian Giacomo Caprotti detto Salai, nel dipinto "Monna Vanna" cerca di proseguire questo studio alchemico del maestro di Vinci, basandosi sulla Gioconda, solo che Salai la dipinge semi-nuda.  
Michelangelo Buonarroti che eseguì studi alchemici paralleli a quelli di Leonardo, dipinse e scolpì donne con muscoli e fattezze tipicamente maschili, ma con volti delicati e chiaramente femminili creando un contrasto alchemicamente parlando, alquanto perfetto.  
La fama che questi capolavori d'arte hanno raggiunto, dimostra che la completezza alchemica è molto ammirata come esempio di bellezza.  
La filosofia alchemica studiata con passione in passato, può sembrare una semplice curiositàda da parte degli artisti, ma in realtà è il desiderio di scoprire partendo dalle origini, le verità nascoste dentro noi per giungere a conoscere meglio se stessi.  
(FAGR 11-11-09)  
Durer  "Autoritratto" 
 
Leonardo "Giovanni Battista" 
 
Salai "Monna Vanna" 
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