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INDIVIDUA IL PERIODO STORICO DI UN QUADRO - PARTE 3 
 
In questa terza lezione vedremo il successivo cambiamento nel modo di concepire la pittura dopo le novità introdotte da Leonardo da Vinci (che abbiamo visto nella precedente lezione: Individua il periodo storico di un quadro -parte 2). 
Il centro dell'arte da adesso non sarà più Firenze come era stato dal Trecento ma Roma, dove il papa Giulio II chiamerà Michelangelo e Raffaello a lavorare: il primo compì studi approfonditi per donare alle sue sue figure pittoriche e scultoree il totale movimento del corpo e il secondo, portò idee rivoluzionarie dall'immediato successo che cambiarono totalmente le immagini pittoriche.  
Unite assieme le lezioni dei tre geni Leonardo, Michelangelo e Raffaello costituiranno le basi per distinguere lo stile pittorico cinquecentesco (fino al 1520) da qualsiasi altro periodo storico.  
Raffaello con uno stile originalissimo, seppe rielaborare gli studi di Leonardo e Michelangelo fondendoli insieme con maestria; la sua maniera di dipingere creò nel XVI secolo un incofondibile stile che sarà chiamato Manierismo (per approfondire vedi la sezione: "Rinascimento e Maniera"). Egli diede anche il via a filoni di genere pittorico che furono sempre una grande fonte di ispirazione per gli altri artisti, novità queste che ci faranno distinguere ancora più facilmente quanto venne creato prima e dopo il suo arrivo a Roma nel 1508, momento in cui gli fu dato modo di esprimere tutto il suo genio.  
Le principali novità pittorico-stilistiche di questo periodo furono:  
1) Il movimento e la torsione del corpo umano.  
Le opere pittoriche di Michelangelo fino al momento della Cappella Sistina furono solo due: il "Tondo Doni" e la "Battaglia Cascina", il cui cartone è andato perduto ma giunto fino a noi grazie delle copie fatte da altri artisti. Gli affreschi nella Cappella Sistina di Michelangelo daranno un nuovo slancio nello studio del corpo umano per quanto riguarda il movimento; il maestro si basò sugli studi fatti in precedenza in questi suoi sopraddetti lavori (vi appare anche la torsione del busto sperimentata per la prima volta nel "Tondo Doni"). Infondo riconoscere un'opera pittorica prima dell'effetto dato dagli studi michelangioleschi è facile in quanto le figure appaiono sempre raffigurate piuttosto compite e non libere di muoversi.  
Qui sotto vi è un esempio quattrocentesco del dipinto "Pallade e il centauro" del Botticelli, dove le figure mantengono una posa quasi teatrale,  
 
mentre nel particolare di Michelangelo della Cappella Sistina qui in basso, si nota una grande differenza nella posizione, la quale seppure contorta, risulta ugualmente più che naturale.  
 
 
Qui in basso si può vedere un esempio di figura femminile dopo il termine della Cappella Sistina nel 1512; si tratta del particolare di "Veronica" eseguito dal Pontormo nel 1515 nella Cappella dei Papi dell'ex convento di Santa Maria Novella a Firenze.  
 
 
2) Il tema a soggetto storico-idealistico.  
Il filone di pittura storico-idealistico fu tra i più amati dai mecenati d'arte e la sua nascita si deve a Raffaello Sanzio che dipinse il primo soggetto del genere con l'affresco "Scuola d'Atene" situato in Vaticano. Qui vengono da lui raffigurati i più grandi pensatori e studiosi realmente esistiti nell'antica Magna Grecia in un momento immaginario ideale per richiamare la grandezza di papa Giulio II, il mecenate che ha riunito lì a Roma i grandi del suo tempo.  
NOTA: I momenti ideali immaginari saranno temi iconologici amatissimi in pittura fino al Settecento e nelle successive lezioni avremo modo di approfondire quale fu l'eredità raffaellesca di questo campo molto più a fondo.  
Raffaello raggruppa nella sua "Scuola di Atene" delle figure a blocco come insegnato dalla lezione di Leonardo (vedi: Individua il periodo storico di un quadro -parte 2) e vi inserisce anche la mobilità del corpo umano messa a punto da Michelangelo; queste lezioni insieme mostrano la base del futuro non solo cinquecentesco ma di tutto quanto riguarda il raggiungimento della perfezione nelle immagini pittoriche. In quest'opera la scena dipinta raggiunge inoltre una profondità incredibile: essa è strutturata con tre arcate centrali a cielo scoperto, realizzando in tal modo un ideale di perfezione anche nel campo architettonico.  
 
UNA NUOVA IDEA: Il ritratto nelle vesti dei grandi del passato.  
Sempre nella "Scuola d'Atene" Raffaello introdurrà un'altra idea che sarà molto amata negli anni successivi: ritrarre i volti di personaggi famosi della sua epoca (come ad esempio Leonardo e Michelangelo) nelle vesti dei grandi personaggi del passato. Al centro dell'affresco vi è Platone, il quale ha il volto di Leonardo, Eraclito quello di Michelangelo e Euclide quello dell'architetto Bramante, ecc.  
Prima del 1510 (anno della fine di questo affresco) nessuno aveva pensato mai di far ritrarre il proprio volto nei panni di celebrità passate e inutile dire che anche questa un'idea piacque moltissimo ai commissionanti dei quadri.  
 
(Leonardo è qui Platone mentre Michelangelo è Eraclito)  
 
3) Il ritorno delle divinità graco-romane per celebrare le arti e le virtù.  
Raffaello ritenne il dio greco Apollo adatto ad elogiare Giulio II che gli commissionò l'affresco "Parnaso" nel 1510-11. Prima di allora gli dei della mitologia greca oltre ad essere usati poco in pittura, erano generalmente visti perfetti solo come monito ai peccati, come ad esempio in "Apollo e Dafne" di Antonio del Pollaiolo, dove la ninfa preferì trasformarsi in albero di alloro piuttosto che cedere alla passione del dio Apollo. Raffaello invece per la prima volta donò agli dei l'antico splendore suggerendo l'idea di usarli per ciò che avevano protetto in passato: Apollo era la personificazione del sole e proteggeva la medicina e tutte le arti (viste in passato come abilità di qualsiasi genere e non solo artistiche).  
NOTA: Il paragonare metaforicamente il papa Giulio II a questo dio aprì la strada anche a quanti vollero essere rappresentati da altri dei e perciò da questo momento, le divinità tornarono a brillare per celebrare la gloria non solamente dei mecenati cinquecenteschi, ma anche secenteschi e settecenteschi.  
 
("Apollo e Dafne" del Pollaio, un'opera del 1480 circa, mostra un dio Apollo che ha ben poco di divino; gli abiti potrebbero essere quelli di un uomo comune del tempo che abbraccia l'amata. Sebbene la fanciulla si stia trasformando in alloro non vi è nessun senso di drammaticità; le pose dei protagonisti dei quadri pre-Michelangelo non riuscivano mai infatti a dare gli effetti drammatici e convulsi adatti ad una tale scena.)  
 
 
(Il dio Apollo è qui al centro della scena pittorica mentre le muse gli sono attorno per celebrarlo come divinità. Raffaello nel suo "Parnaso" inserisce anche Omero cieco, il quale rappresentando il massimo esponente della poesia greca e viene scelto perché adatto a dare prestigio a una corte raffinata come quella papalina di Giulio II.)  
Ma le idee di Raffaello per esaltare le doti dei mecenati non finiscono con il "Parnaso". Nella villa Farnesina a Roma nel 1511, egli per l'amico Agostino Chigi dipinse "Il trionfo di Galatea". E' la prima volta che una favola mitologica (tratta dalle metamorfosi di Ovidio) viene adoperata per rappresentare il trionfo di una virtù umana.  
NOTA: Questo affresco che vuole mostrare la vittoria dell'amore sul male (il Chigi dovendo sposarsi con Francesca Ordeaschi richiese temi dedicati all'amore per decorare le sue stanze), fu l'inizio della fortuna delle favole mitologiche in pittura e dopo fino a metà Settecento, nacquero continuamente diversi altri "Trionfi", tutti ovviamente per esaltare le virtù dei commissionanti.  
La fanciulla qui si muove libera nell'aria circondata da delfini e divinità minori come in una descrizione del retore greco Filostrato.  
 
 
Nella Loggia della Farnesina Raffaello concepì anche una struttura ornamentale come un lussureggiante pergolato composto da fiori e frutti dove negli spazi liberi appaiono divinità greche simboleggiandi l'amore, la fertilità, la fedeltà ecc. e tutte le virtù simboleggianti il matrimonio. Tale lavoro fu un modello di decorazione non solo per i signori italiani, ma anche per quelli di tutta Europa e fu sempre richiestissimo dai committenti fino al Settecento.  
 
4) Il primo vero effetto notturno della storia dell'arte.  
Raffaello Sanzio creò in un'altra delle stanze Vaticane che affrescò, il primo vero effetto notturno della Storia dell'Arte. Nella "Liberazione dal carcere di San Pietro" si intravede la luna velata dalle nuvole; l'angelo che brilla di luce propria e che rischiara la scena, sarà un effetto pittorico amatissimo dalle successive generazioni di artisti, specialmente dal pittore veneto Tintoretto.  
 
Ora mostriamo il primo tentativo di effetto serale (pre-Raffaello) ad opera di Piero della Francesca, il quale affrescò nella Cappella maggiore della Basilica di San Lorenzo ad Arezzo, il "Sogno di Costantino" (1458-1466); qui il pittore rischiara la tenda su di un lato cercando di creare una luce notturna senza però riuscirvi appieno. Questo dipinto in ogni caso ci fa capire quanto il genio urbinate fu sempre attento alle lezioni di tutti i maestri dell'arte e non solo a quelle di Leonardo e Michelangelo.  
 
 
Ecco invece come l'influsso delle idee di Raffaello cambiarono la pittura che lo seguì. Sotto mostriamo un effetto notturno post-Raffaello eseguito da Tintoretto nell'opera "Annunciazione alla moglie di Manoach" del 1555 circa, dove il cielo è irradiato da una spettacolare luce serale.  
 
 
5) Pittura storico-mitologica  
Nelle stanze vaticane dove appare "Incendio nel borgo", Raffaello incominciò un illustre filone del campo artistico, quello della pittura storica-mitologica. Egli raccontò l'intervento di papa Leone IV (tema storico) che impartiva la benedizione su un borgo romano dove era divampato un incedio e dividendo la scena in due parti, a sinistra aggiunse come protagonista l'eroe greco Enea (tema mitologico) che sostiene il padre Anchise seguito dal figlio Ascanio mentre fuggono dall'incedio di Troia, fatto raccontato da Virgilio nella sua Eneide.  
 
 
6) Ritratto erotico.  
Raffaello dipinse per se stesso il primo vero ritratto a tema erotico della storia dell'arte e si tratta di quello chiamato comunemente "Fornarina" (soprannome dell'amante del Sanzio). La donna appare seduta in una posa semplice, semi-nuda ma a differenza dei dipinti di nudo quattrocenteschi, qui vi è un chiaro richiamo all'erotismo, perchè essa rappresenta non un enigma quattrocentesco ma solo se stessa e inoltre, guarda negli occhi chi la ritrae con uno sguardo accattivante. In questo quadro non appare il senso poetico della "Venere addormentata" del pittore veneto Giorgione o il nudo-casto del Botticelli nella sua "Nascita della Primavera", Raffaello non fa alcun richiamo alla classicità, ma solo alla sensualità della donna che si lascia ritrarre nella sua intimità. Ciò ispirerà il pittore Tiziano che eseguendo numerose "Veneri" sensuali dopo la morte di Raffaello avvenuta nel 1520, sarà d'ispirazione a sua volta per i pittori del Seicento e Settecento fino ad arrivare all'Ottocento.  
 
 
Nel dipinto "Venere del Giorgione" (1507-10), la modella seppur completamente nuda, risulta meno erotica rispetto alla Fornarina; lo sguardo incide molto sulla sensualità e la Venere ha qui gli occhi chiusi, mentre la modella del Sanzio sembra voler scambiare uno sguardo complice con il suo amante.  
 
 
Lo sguardo della "Venere d'Urbino" di Tiziano eseguita nel 1535, è fisso sullo spettatore, rendendo la nudità della modella incredibilmente erotica.  
 
 
Riassumendo  
I dipinti del basso Rinascimento si riconoscono da quelli quattrocenteschi per le seguenti innovazioni:  
Le figure ottengono un maggiore realismo nelle espressioni dei volti, nei movimenti e le scene pittoriche hanno ora più naturalezza; l'architettura raggiunge i suoi massimi vertici con estese profondità e enormi complessità di struttura.  
Se fino al 1510 prevalgono in pittura solo temi tratti dall'Antico e nuovo Testamento, grazie a Raffaello se ne avranno altri:  
1) storico/ideale  
2) storico/mitologico  
3) favole mitologiche  
Inizieranno poi a comparire dipinti a soggetto erotico e non più solamente intrisi di una delica sensualità, inoltre torneranno anche le divinità greco-romane dopo l'oblio medioevale per celebrare i potenti o chiunque miri a diventarlo.  
 
Nella prossima lezione vedremo come i manieristi (MANIERISMO (vedi sezione: Rinascimento e Maniera) misero insieme la lezione dei due grandi artisti: Michelangelo e Raffaello e come si diffuse la loro lezione stilistica in tutta Italia ed Europa.  
(FAGR 2-6-13)