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SUICIDI E TENTATI SUICIDI 
 
La vita degli artisti è sempre stata dura; il lavoro era pesante, difficilmente essi riuscivano a lavorare nella loro città e il più delle volte, si trovavano costretti a fare lunghi viaggi per raggiungere i commissionanti in altri centri. Durante questi tragitti potevano incorrere in numerosi pericoli come essere derubati da briganti o subire angherie di qualsiasi genere. Spesso poi i pittori morivano in povertà e tale spettro, li perseguitava non poco già durante la loro gioventù. Non tutti riuscivano a reggere il peso di un lavoro fisico e psichico così stressante, soprattutto quando il destino infieriva aggiungendo anche ai loro pesi, lutti e dispiaceri di ogni tipo. Tra coloro che posero fine prematuramente alla loro esistenza o che si suppone lo fece, vi sono anche coloro che tentarono di farlo, fallendo però misramente.  
E' il caso di Jacques-Louis David (1748-1825), il quale in gioventù, precisamente nel 1772, preso dallo sconforto dopo alcuni insuccessi, tentò di suicidarsi. Fortunatamente la vita dopo gli sorriderà e lo lancerà nel firmamento dell'arte dove diventerà la stella più luminosa del Neoclassicimo pittorico.  
Meno fortunato fu un allievo di David, Jean Antoine Gros (1771-1835), il quale dopo aver ricevuto scarsi onori al Salon del 1835, si suiciderà gettandosi nella Senna, il 25 giugno dello stesso anno.  
Tragica è anche la circostanza che portò al suicidio il pittore francese François Lemoyne (1688-1737), il quale si pugnalò sette volte dopo la morte dell'amatissima moglie.  
Il pittore Rosso Fiorentino (1495-1540) che morì a Fontainebleau in Francia, secondo lo storico Vasari, stanco della sua vita, si suicidò. Si sa che ottenne onori e glorie alla corte di Francesco I, tanto che quest'ultimo lo nominò pittore di corte a vita, eppure avrebbe posto fine alla sua esistenza. Essendo Vasari una fonte non certa, tutti ci auguriamo che lui non prese mai tale decisione, ma lo storico fiorentino lo conosceva come una personalità tormentata e non ebbe dubbi sulla sua fine.  
Tra i pittori più famosi morti suicidi, vi è Vincent van Gogh (1853-1890).  
Come tutti sanno (della sua vita hanno fatto più film) egli stanco di vivere, la domenica del 27 luglio 1890 dopo aver dipinto l'ultimo quadro in aperta campagna, si sparò un colpo al cuore; restò in agonia per due giorni e al medico che sperava di salvarlo, disse d'essere deciso a riprovarci se fosse sopravvissuto.  
Van Gogh fu pittore davvero sfortunato, nella sua vita dipinse ben 864 quadri e ne vendette solo uno, ma Giuseppe Pelizza (1868- 1907) che ebbe la soddisfazione di vendere bene le sue opere, s'impiccò nel suo studio di Volpedo non reggendo al dolore di aver perso sia la moglie Teresa (morì al suo 3° parto) che il figlio neonato nel giro di poco tempo.  
(FAGR 7-7-11) 
 
Rosso Fiorentino 
David 
 
Antoine-Jean Gros  
 
Van Gogh 
 
Pellizza da Volpedo