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PITTURA OMNIA rivista della FAGR
UN'ANNUNCIAZIONE COMBATTUTA 
 
L'opera pittorica intitolata "Annunciazione" di Lorenzo Lotto, è senza ombra di dubbio il dipinto più strano riguardante il momento più importante della vita di Maria.  
L'artista veneto più controverso del Cinquecento, ci fornisce una versione tutta sua di quanto è raccontato dal Vangelo secondo Luca.  
Se tale evento fu sempre raffigurato dai pittori italiani con solennità e mirando a lasciar trasparire solo messaggi di fede, il Lotto (Venezia 1480 circa- Loreto 1556) volle dedicarsi ad una indagine psicologica dei protagonisti. Egli sdegnò totalmente la quiete data al sacro evento dall'iconologia veneta e anche fiorentina, per creare una scena incredibilmente movimentata ispirata invece alla pittura lombarda. (Vedi immagine in basso).  
Lo studio sulle reazioni umane di Leonardo aveva trovato largo spazio nell'arte dei maestri attivi in Lombardia nel XVI secolo sfociando in numerosi lavori di tipo drammatico e stravolto che affascinò molto il veneziano Lorenzo Lotto quando lavorò a Bergamo.  
Analizzando la scena del dipinto si vede subito Maria alle cui spalle vi è un leggio con sopra un libro aperto (in questo il pittore rispetta la tradizione pittorica che vuole la Madonna colta di sorpresa mentre legge); si vede anche l'arcangelo Gabriele con in mano un fusto di gigli inginocchiato. Nulla di strano fin qui, ma tutto il resto incuriosisce giacché se è chiaro che la visita celeste ricevuta ha spaventato non poco la fanciulla, è altrettanto lampante che gli studi pittorici fatti dal Lotto risultano alquanto inadeguati nel rendere il suo trauma.  
Dopo egli non soddisfatto del terrore già fatto apparire sul volto della fanciulla, decide di accrescere la tensione facendo attraversare la stanza da un gatto, simbolo del demonio nel Medioevo e nel Rinascimento. La situazione precipiterebbe se il Lotto non risolvesse tutto facendo interenire Dio, il quale appare dal porticato per imporre la sua volontà con un solo gesto della mano alla bestiola personificazione del maligno.  
L'arcangelo Gabriele intenzionato a fare fino in fondo il suo lavoro di annunciatore, non si lascia distrarre dalla battaglia tra il bene e il male alle sue spalle e continuando a guardare la Madonna di schiena, alza un braccio al cielo (si presume pronunci anche parole atte a farle comprendere che il suo destino è ormai stato deciso da un volere superiore) con un'espressione di biasimo inadatta alla sua natura affascinante.  
Una domanda che non si può evitare di porsi è: “sarà stato il demonio nelle sembianze del gatto a far scappare Maria o è stata la notizia ricevuta a spaventarla tanto?”  
Non lo sapremo mai.  
E' evidente in ogni caso che una delle scene più dolci delle Sacre scritture, viene qui raffigurata con toni aspri. Il pittore però tentando di dipingere l'attimo in cui viene rivelato a Maria ciò che sta per accaderle, agli occhi dell'uomo moderno rischia di cadere nel ridicolo. Purtroppo la sua capacità di rendere in un dipinto tensione e drammaticità, appare ben lontana da quella brillante del pittore lombardo Caravaggio che lavorò a fine Cinquecento. Entrambi amavano le suggestioni di scene dure, ma i risultati furono, non si può negare, diversissimi.  
(FAGR 13-5-11) 
 
 
 
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