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PITTURA OMNIA rivista della FAGR
LE SCANDALOSE ACCUSE E IL PROCESSO A LEONARDO DA VINCI 
 
Da sempre anche solo per superare il periodo della gioventù sani e salvi, ci vuole fortuna e ciò vale per tutti, compresi i geni. Tra i baciati dalla dea bendata appare anche Leonardo da Vinci (1452-1519), il quale da giovane fu coinvolto in un grosso scandalo e venne arrestato per omosessualità.  
Fortuna infatti volle che assieme lui in quel guaio ci si fosse cacciato anche il figlio di un ricco signore e non uno qualsiasi trattandosi di Leonardo Tornabuoni, cugino di Lorenzo il Magnifico.  
Datosi che l’accusa proveniva da una lettera anonima (datata 8 aprile 1476), si riuscì con facilità ad intimorire i giudici e ad obbligarli a lasciare libero il nobile ragazzo.  
Dovendo assolvere per forza un “figlio di papà” quattrocentesco, gli amministratori della giustizia fiorentina dovettero procedere nella stessa maniera con Leonardo da Vinci, semplice figlio naturale di un notaio.  
Per quanto possa apparire strano, una volta tanto la corruzione giudiziaria del tempo si volse al bene dell'umanità.  
Tutti sappiamo che la morte del giovane da Vinci avrebbe danneggiato ogni uomo della terra. Si sa, a quel tempo l'accusa di omosessualità prevedeva una morte infamante sul rogo e come ignorare che se ciò fosse avvenuto, dopo i suoi esperimenti non sarebbero più stati fatti e le scoperte tratte da essi non le avremmo più viste.  
Il buio del Medioevo sarebbe allora ancora su noi e come i romani dopo la morte di Archimede (ucciso da un soldato non corrotto, ligio al dovere, ma molto stupido), ignoreremmo perfino di essere poco progrediti a causa della condanna a morte di un giovane toscano.  
(FAGR 8-1-14)  
Ritratto di Leonardo da Vinci