A
 
B
 
C
 
D
 
E
 
F
 
G
 
I
 
L
 
M
 
P
 
Q
 
R
 
S
 
T
 
V
 
Sito on line dal 24 giugno 2009 
 
Tante lezioni gratuite per i più piccoli. 
Visita il sito: 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA FONDAMENTALE IMPORTANZA DELLE LETTERE DI RACCOMANDAZIONE 
 
Le raccomandazioni in passato non erano viste come al giorno d'oggi in senso negativo; una lettera di raccomandazione consisteva in una sorta di curriculum che introduceva un artista (o chi altro) da un ambiente di lavoro all'altro. Ciò era indispensabile se si voleva lavorare in Stati dove non si era nati. Perfino il grande Raffaello Sanzio d'Urbino non poté farne a meno e nel 1504 prima di recarsi a Firenze, se ne procurò una da Giovanna di Montefeltro, signora d'Urbino, per potersi presentare con rispetto al gonfaloniere della Repubblica di Firenze di allora, Pier Soderini. Per gli artisti era fondamentale viaggiare se volevano avere maggiori possibilità di lavorare continuamente, ma prima di far entrare “uno straniero” nella propria città, i governanti si assicuravano che fosse una persona rispettabile e solo in tal caso permettevano si desse loro ospitalità. Fortunato era chi possedeva lettere di raccomandazione fatte da uomini potenti dalla grande influenza come potevano esserlo ad esempio i nobili, i vescovi, i cardinali, i letterati celebri o anche i grandi pittori. La raccomandazione di Ludovico Carracci per il suo allievo Domenichino, presso il cardinale Odoardo Farnese, fu necessaria, così come parecchi altri giovani pittori non avrebbero potuto lavorare senza le prove che avevano fatto parte di una importante bottega d'arte (citiamo come esempio Paris Bordone che grazie al suo maestro Tiziano riuscì a lavorare perfino in Francia ospitato dal re Francesco I). Ma anche per entrare in una bottega di grande fama come semplici allievi a pagamento occorreva una raccomandazione; Scipione Maffei, storico e drammaturgo, scrisse una lettera di raccomandazione per Francesco Lorenzi (1720-1787) definendolo un buon pittore, perché l'artista desiderava divenire allievo del Tiepolo a Venezia.  
Pochissimi artisti godettero di raccomandazioni di un prestigio alto come accadde a Raffaello Sanzio o anche a Leonardo da Vinci, raccomandato da Lorenzo il Magnifico a Ludovico Sforza (detto il Moro) per far conoscere agli altri stati italiani la superiorità fiorentina nell'arte; nella maggior parte i giovani di talento venivano raccomandati soltanto dai loro maestri o anche dai letterati e più questi erano celebri, e più potevano sistemarsi bene. Lo scrittore Pietro Aretino nel secolo XIV, raccomandò il pittore Rosso fiorentino a Francesco I permettendo così il suo divenire uno dei diffusori del Manierismo in Francia; fu poi il letterato Baldassarre Castiglione, rappresentante della famiglia Gonzaga presso la corte papalina a raccomandare Giulio Pippi (detto il Romano) al suo signore Federico Gonzaga, il quale dopo la morte di Raffaello (quindi persa la speranza di convincerlo a lavorare per lui), desiderò avere a Mantova il suo migliore allievo e ignorando chi fosse, incaricò il suo ambasciatore a Roma di occuparsi della faccenda.  
Con lo scorrere dei tempi a poco a poco nella società italiana le cose cambiarono dal punto di vista politico, ma l'abitudine alle raccomandazioni è ancora oggi dura a morire.  
(FAGR 3-10-13)  
Ludovico Carracci (1555-1619)  
Pietro Aretino (1492-1555)  
 
Baldassarre Castiglione (1478-1529)  
 
Scipione Maffei (1675-1755)