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GLI AFORISMI DI FUSSLI 
 
Johann Heinrich Fussli (1741-1825) oltre che pittore tra i più eccellenti del movimento Romantico, fu un letterato di grande talento. Il mal di vivere fu da lui raffigurato sulle sue tele con personaggi fantasiosi di carattere allegorico e spesso satirico che possedevano già tutti i tormenti dell’uomo moderno. Non fu un uomo felice e di sicuro ebbe in odio qualsiasi tema (pittorico e letterario) che affrontava la realtà di petto. La corrente artistica del Naturalismo (proveniente da quella del Realismo) con la sua ricerca nel vero, si può ben dire che lo disgustò. Preferiva tutto quanto veniva dal mondo antico oppure dal sogno o comunque dalla fantasia per esprimere quanto avveniva nella sua realtà giacché considerava la natura troppo crudele per essere amata al punto da spingere un uomo a studiarla come facevano i pittori realisti. E’ solo attraverso questa luce che noi dobbiamo vedere gli aforismi di Fussli. Ne scrisse parecchi tra cui molto conosciuti sono quelli dedicati alle donne dipinte dai pittori italiani che egli definì femmine dall’aspetto di civette, di commedianti di scarso valore e anche di volgarità assoluta.  
Ecco qui di seguito alcuni dei suoi aforismi.  
Aforisma 44  
La natura non mostra mai i suoi mezzi; quindi ogni eleganza ricercata è innaturale”.  
Aforisma 89  
Un uomo che si lascia travolgere dalla passione sia essa di gioia o di dolore, permette alla forza dei sentimenti di uccidere il proprio carattere e distruggere completamente la sua individualità.”  
Aforisma 99  
Soltanto l’espressione dell’anima può conferire alla bellezza il supremo e durevole dominio sull’occhio”.  
Aforisma 131  
Si avvicina di più degli altri a colui che sa compiere opere capolavoro, solo chi ama nascondere di non esserne in grado”.  
La sensibilità estrema di Fussli che fu precursore delle correnti artistiche del Surrealismo e dell’Espressionismo, lo portò in pittura ad evadere nel mondo fantastico popolando le sue tele di uomini insetto o con la testa di animali, di creature demoniache o mostruose oppure a distorcere le figure tratte dalla cultura antica; se prendeva una penna in mano però, guardava il mondo con l’occhio assai critico di chi capiva bene i problemi dell’epoca in cui viveva e ne soffriva terribilmente. E’ questo che ci rivela tutta l’arte di Fussli di cui gli aforismi fanno parte. Egli fu uno dei primi a mostrarci la crisi profonda dell’artista moderno e lo fece con talmente tanto pathos da divenire poi un punto di riferimento per le generazioni successive, seppure mai mentre era in vita ebbe dei seguaci.  
(FAGR 1-3-12)