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DE' MEDICI 
 
Il casato nobiliare a cui l'arte più deve il suo sviluppo in Italia, è quello dei de'Medici. La fortuna di questa famiglia iniziò con l'affermazione nel campo economico della marcatura e in seguito, con l'attività del cambio. Il primo de'Medici ad entrare nella vita pubblica fu Salvestro morto nel 1388 che fu bandito da Firenze per il suo atteggiamento antioligarchico, ma a governare la città fiorentina sarà Giovanni di Bicci de' Medici (1360-1429), seguito da suo figlio Cosimo il Vecchio (1389-1464). Con Lorenzo il Magnifico, il de'Medici più illustre, Firenze avrà grande splendore, ma già con l'avvento al potere di suo figlio Piero, il prestigio non sarà più lo stesso. Cacciati dalla città,  Giovanni de'Medici un altro figlio del Magnifico, salendo al pontificato con il nome di Leone X, farà riprendere saldamente in mano la città alla sua famiglia. Nelle armi si distinse Giovanni de'Medici detto delle bande Nere (1498-1526). Le fortune medicee si rinnoveranno con Giulio de'Medici che nel 1523, fu eletto papa con il nome di Clemente VII. 
Cosimo I de'Medici divenne il primo Granduca di Toscana nel Cinquecento, l'ultimo sarà Gian Gastone nel Settecento morto senza eredi. Le terre dei de'Medici passeranno dopo alla casata dei Lorena-Asburgo. 
A partire dal Quattrocento molte furono le commissioni che i de'Medici richiesero agli artisti e tutte ebbero grande successo tanto da fare scuola al mondo intero.  
Due dei tre grandi maestri del Rinascimento, Leonardo da Vinci e Michelangelo (Raffaello trascorse la sua gioventù ad Urbino), crebbero sotto la loro protezione, ma ricordiamo anche  Alessandro Filipepi detto Botticelli con i suoi capolavori: "Primavera" e "Nascita di Venere"; Antonio di Jacopo detto il Pollaiolo e Luca Signorelli che dipinsero entrambi per il Magnifico l'eroe Ercole, tanto amato dai fiorentini eseguendo ricerche sulla fisicità di grande utilità agli studi di Michelangelo; Pontormo, il maestro più rappresentativo del Manierismo con il suo allievo Bronzino e Pietro da Cortona che nel Seicento, diede il via in Italia alla pittura di tipo trionfale amatissima dai sovrani fino ad inizio Settecento.