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IL DIVISIONISMO 
(NEOIMPRESSIONISMO) E IL SALON DES INDEPENDANTS 
 
Con lo sviluppo di un nuovo mercato artistico fuori dai canali  imposti dai reggimi, nacque a fine Ottocento il Salon des Indépendants che diventò il principale trampolino di lancio dell’arte moderna. Qui bastava pagare per poter partecipare e quando nel 1884 il pittore Georges Seurat fu bocciato dal Salon Ufficiale francese, vi espose le sue opere ottenendo un grande successo personale. Egli aveva partecipato all’ultima mostra impressionista del 1882, distinguendosi con il suo stile originalissimo fatto di immagini create con piccoli punti, dove i colori della tavolozza erano stati ridotti a quattro (blu, rosso, giallo e verde) e i loro intermedi, diluiti solo con il bianco. La sua ricerca di una nuova tecnica di pittura fu definita scientifica per l’importanza che egli diede alle armonie cromatiche, al senso della simmetria e all’ordine geometrico. Incominciava con l’arte di questo artista, un nuovo Impressionismo che fu chiamato Divisionismo (dal quadro di Seurat: “Domenica alla Grande-Jatte”, dove la tela appare divisa verticalmente a metà dalla donna con l’ombrellino), oppure Puntillismo per lo stile pittorico basato su puntini.  
Seurat, capo indiscusso di questa nuova tendenza pittorica morirà a soli 42 anni e il suo posto, sarà preso da Paul Signac. 
Nel Salon des Indépendants esporranno tutti i grandi pittori d’arte moderna fino al Novecento, da Van Gogh a Cézanne, da Toulouse-Lautrec al Doganiere Rousseau, in quanto le vie ufficiali saranno incapaci di comprendere la loro poetica e il loro virtuosismo. 
 
Seurat "“Domenica alla Grande-Jatte” 
 
IL DIVISIONISMO ITALIANO 
 
Mentre in Francia nell’Ottocento vi era stata una vera rivoluzione artistica, in Italia le intenzioni eversive in pittura furono molto timide. Le consuetudini del secolo videro il naturalismo accademico dominare con forza e  pochi pittori tentarono di uscire dai soliti schemi per contrastare l’arte ufficiale. 
All’esposizione triennale del Brera di Milano nell’anno 1891, apparvero i due quadri: “Maternità” di Gaetano Previati e “Le due madri” di Giovanni Segantini di soggetto sentimentale, dove appariva però la tecnica del Divisionismo nel colore con pennellate rapide che tendevano a sovrapporsi. La giuria non gradì le due opere per l’audacia stilistica, ma ancora di più si scandalizzò per il lavoro di Emilio Longoni: “L’oratore dello sciopero” perché il pittore oltre a seguire l’insegnamento dei divisionisti, fece una vera provocazione politica disegnando un operaio ribelle in primo piano nel dipinto. A questa Triennale partecipò anche Giuseppe Pellizza di Volpedo con “Panni al sole”, uno dei quadri più significativi del Divisionismo italiano. L’artista applicò qui i principi della scomposizione della luce con il colore steso sulla tela a punti e brevi linee, dove i segni rossi si alternano ai blu. Egli mostrò di aver compiuto studi approfonditi sugli insegnamenti scientifici-artistici di Seurat giacché l’opera, ne rivela la stessa la rigorosa ricerca compositiva e giunge alle stesse sintesi geometriche trovate dal maestro francese.  
Essendo però Pellizza più incline ad una pittura sentimentale, inseguito non svilupperà oltre tale ricerca. Nel capolavoro: “Quarto Stato”, la tecnica di divisionismo dell’artista di Volpedo, darà uno degli esiti più raffinati grazie alla splendida unione con elementi storici, simbolici e idealistici. 
  
Pellizza da Volpedo "Panni al sole" 
 
 
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