CHARDIN
Jean-Baptiste Siméon Chardin, nacque a Parigi nel 1699; i suoi anni di apprendistato li passò nello studio di Cazes, copiando i dipinti del maestro. In seguito studiò con Noel Coypel e insieme a Van Loo ristrutturò gli affreschi del Primaticcio a Fontainebleau. Chardin entrò all'Accademia nel 1728, presentando due opere che gli dettero subito notorietà, ovvero la "Razza" e il "Buffet". Nei decenni successivi Chardin modificò gradualmente il suo stile, avvicinandosi a quello olandese del Seicento, in particolare quello di Pieter de Hooch, grande colorista che volse le sue ricerche agli effetti di luce e all'uso inimitabile del bianco, sia nelle figure che nelle nature morte. Donando profonda poesia anche ai soggetti più umili e quotidiani, egli divenne il pittore del Settecento più amato dagli artisti moderni. A partire dal 1770, la sua grande operosità iniziò a rallentare, dovuta sia alla caduta in disgrazia dei nobili suoi protettori a corte, che alla sua salute malferma. Le ultime sue opere furono eseguite a pastelli. Chardin morì a Parigi nel 1779.
<Ci si serve dei colori, ma si dipinge col sentimento> diceva Chardin
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