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BOSCH 
 
Il 2 ottobre 1453, secondo alcuni studiosi, sarebbe la data attendibile della nascita di  Hieronymus Bosch, avvenuta nella cittadina di s-Hertogenbosch, nel Brabante olandese, da Anthonis Van Aken, figlio del pittore Jan Van Aken. Bosch è uno dei maestri più grandi dell’arte fiamminga; dotato di una fantasia illimitata, fu attratto dal tema della tentazione e del peccato, soprattutto in età matura, e usò per esprimersi un panorama simbolico attinto sia da allegorie cristiane, che da simboli alchemici ed esoterici. Il mondo di questo pittore era un mondo inquietante, dove visioni d’incubo attraversano la realtà, un mondo allucinato dove trovano posto tutti i mostri dell’anima. All’interno di raffigurazioni, tipiche del tardo Gotico nordico, esseri nati da mostruosi accoppiamenti e da fantastiche ibridazioni popolano una terra illuminata da apocalittici incendi, nella quale il divino sembra essersi ritirato. La fiducia nell’essere umano, che il Rinascimento propone, tarda a farsi strada in questo mondo. Incombe invece una visione pessimistica dell’esistenza, dove il Male trionfa, e uomini e donne chiudono gli occhi davanti alla fragilità e alla sofferenza di vivere. Bosch fotografa la confusa realtà in cui vive: un’atmosfera divisa tra desiderio di vita e di piacere, da un lato, e una rigorosa moralità religiosa dall’altro. Le visioni allucinate dell’artista erano ben leggibili dagli uomini medioevali, abituati alle figure mostruose delle cattedrali gotiche o agli scenari apocalittici evocati dai sermoni domenicali o di piazza, e hanno radici antiche che affondano nelle contaminazioni di umano e bestiale del mondo egizio, nei centauri, tritoni e satiri della mitologia greca, nei demoni induisti e buddisti, sopravvivendo ancora oggi nel cinema fantastico. Le sue opere giovanili sono strettamente collegate alla miniatura e legate alla pittura di genere e moraleggiante, alla quale Bosch imprime forza e cattere individuali, unendo un senso umoristico totalmente assente nell’arte del Quattrocento. Solo qua e là appaiono oggetti simbolici e piccole creature  che permettono d’intravedere i futuri sviluppi della sua pittura.  
Morì il 9 agosto del 1516. Sulla sua vita si sa poco, tanto che si ignora se lasciò mai la sua città natale.  
Le sue opere si pensa che non arrivassero al grande pubblico ma rimanessero circoscritte in ambienti colti, borghesi e di corte. 
Suo capolavoro è considerato “Il giardino delle delizie” (Madrid, Prado, 1503-4), e qui il pittore descrive il suo tema preferito sotto forme di un Eden, dove abolito l’ordine naturale del creato, caos e lussuria regnano sovrani, distogliendo gli uomini dal cammino verso la salvezza. La necessità di un ripensamento della religiosità, unito a un diretto impegno morale, avvicinò Bosch a pensatori come Erasmo da Rotterdam, prima ancora che si faccia strada la Riforma promossa da Lutero.