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Speciale 10 anni di P.O.: I SEGUACI DI ARCIMBOLDO 
 
Gli ammiratori del pittore milanese Giuseppe Arcimboldo (1526-1593), seppure molto stimato mentre era in vita, non sono molti. Le sue teste composte da prodotti ortofrutticoli, pesci, uccelli ecc. fecero ridere gli aristocratici del suo tempo, ma il senso umoristico, si sa, cambia con il tempo, tanto che ad amare particolarmente questo pittore furono soprattutto i surrealisti del ventesimo secolo più intenzionati a far rabbrividire il loro pubblico e non a divertirlo.  
Nel Seicento ci fu Giovanni Paolo Castelli, detto Spadino (1659-1730), ad ispirarsi a lui con il quadro “Allegoria dell'autunno”, però essendo un pittore di nature morte non stupisce che abbia pensato ad Arcimboldo per dipingere più elementi di natura morta insieme; anche il pittore paesaggista fiammingo Joos de Momper (1564-1635), dipinse un quadro nello stile di Arcimboldo sempre intitolato “Allegoria dell'autunno”, solo per raccogliere insieme più elementi della natura possibili.  
Le grottesche di Arcimboldo infatti non fecero mai scuola e restarono l'espressione di un tempo lontano in cui ci si divertiva con poco e in un modo a noi incomprensibile. 
 
(FAGR 24-6-19) 
 
 
Spadino 
Joos de Momper 
 
 
 
 
 
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